Sonetti romaneschi (1998)/Er Re novo

Er Re novo

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Er quieto-vive Er rigalo

 
     Se pò ssapé cche ddiavolo se freghi 1
la ggente? Io sò2 ppe mmé bbell’e ccontrito
che sto povero Monno s’è ammattito,
e cce vò un Aguzzino che lo leghi.
              5
     Guarda, per cristo, a cchi ddanno l’impieghi,
e ssi3 sto caso s’è mmai ppiú ssentito!
oh Menicuccio, azzecca4 un po’ cchi è ito
a ffà er Zoprano,5 e ggovernà lli Greghi.
              
     Opri l’orecchie, Menicuccio mio:
10incoronato de mortella e llàvero 6
j’hanno mannato un bavero,7 per dio!
              
     E li Greghi pe Rre ppijjeno un bavero,
uno scarto d’un zacco d’un giudio, 8
che sse pòzzi9 addormí ssenza papavero.


Roma, 2 febbraio 1833


Note

  1. S’imbrogli.
  2. Sono.
  3. Se.
  4. Indovina.
  5. Sovrano.
  6. Lauta.
  7. Vocabolo di due sensi.
  8. Gli ebrei commerciano di robe vecchie.
  9. Si possa.