Sonetti romaneschi (1998)/Er Papato

Er Papato

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Er padre de Ghitanino Er peggno in campaggna

 
     Chi discessi,1 fijjoli, ch’er Papato
a sti tempi è un boccone da invidiallo,
diría2 spropositoni da cavallo
e ppotria risicà dd’èsse impalato.
              5
     Oggi un Papa, la quale è ddiventato
come chi ppijja carte su lo spallo,
che ssucchia l’ovo3 come avessi un callo, 4
dev’èsse compatito e nnò invidiato.
              
     E ddev’èsse accusí, pper dio de leggno,
10perché sto servitor de servitori
nun porta per un cazzo5 er zu’ trerreggno.
              
     Cuello è un zeggno de pena e dde dolore,
un vero seggno de passione, un zeggno
de la coron-de-spine6 der Ziggnore.


Roma, 17 gennaio 1833


Note

  1. Dicesse.
  2. Direbbe.
  3. «Succhiar l’uovo»: tirare dentro il fiato in segno di dolore.
  4. Un callo doloroso.
  5. Per nulla.
  6. Coron per corona: apocope usata dai nostri volgari in perifrasi sacre specialmente, cioè la coron-de-spine, la coron -de-la-madonna, etc.