Sogni e favole io fingo; e pure in carte
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Pietro Metastasio
V1
Sogni e favole io fingo; e pure in carte
Mentre favole e sogni orno e disegno,
In lor, folle ch’io son, prendo tal parte,
Che del mal, ch’inventai piango e mi sdegno.
5Ma forse, allor che non m’inganna l’arte,
Più saggio io sono? È l’agitato ingegno
Forse allor più tranquillo? O forse parte
Da più salda cagion l’amor lo sdegno?
Ah che non sol quelle ch’io canto, o scrivo,
10Favole son; ma quanto temo, o spero,
Tutto è menzogna, e delirando io vivo!
Sogno della mia vita è il corso intero.
Deh tu, Signor, quando a destarmi arrivo,
Fa ch’io trovi riposo in sen del Vero.
Note
- ↑ Scrivendo l’Autore in Vienna l’anno 1733. la sua Olimpiade, si sentì commosso sino alle lagrime nell’esprimere la divisione di due teneri Amici.