Signor, se irata contra te risorge
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Prudenza Gabrielli Capizucchi
III1
Signor, se irata contra te risorge
Con nuovi assalti suoi l’istabil sorte
Non già t’opprime, anzi teatro or porge
A tua invitta costanza al petto forte.
5Un nobil core infra i martir si scorge,
E i perigli alla gloria apron le porte:
Io già ti veggio appo l’età, che sorge,
Signor degl’anni, e vincitori di morte.
So ben che invidia rea solo a’ tuoi danni
10Tutti muove gli abissi a mortal guerra;
Ma non val contra te forza d’inganni.
Così quand’Eolo il freddo antro disserra,
Di sue frondi non men carca, che d’anni
Scuote quercia talor, ma non l’atterra.
Note
- ↑ Al Sig. Conte Alessandro Capizucchi, suo marito.