Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Sentite, e mmosca Intestazione 17 gennaio 2024 75% Da definire

Li fiottoni Le suefazzione
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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SENTITE, E MMOSCA.

     Istoria de Don Màvero.[1] Lui era
Fijjo d’un artebbianca[2] pirolese,[3]
Che gguadaggnava trenta ggiorni ar mese
Cór bùzzico,[4] lo schifo[5] e la stadera.

     Vedenno dunque che in ner zu’ paese
È un cojjone capato[6] chi cce spera,
Pe’ ffà ssorte pijjò la strada vera,
E ss’aggnéde[7] a vvistì Ccamannolese.[8]

     Da frate poi fu eletto Ggenerale,
E slargò er dindarolo;[9] e ssìmir[10] cosa
Arifésce[11] creato Cardinale.

     Finarmente è ssalito ar terzo scelo.[12]
Mo cch’è Bbeatitudine sce[13] tosa,
E er zu’ bbarbiere[14] sce dà er contrapelo.

6 dicembre 1834.

Note

  1. Don Mauro Cappellari, oggi Gregorio XVI, felicemente regnante.
  2. Venditore di paste, risi, olio, canape, candele di sevo, pignatte, scope, ecc, ecc.
  3. Tirolese.
  4. Vaso da olio, con becco, fatto di latta.
  5. Arnese di legno da mondar minestre, e da altri usi domestici. [Farinaiola, a Firenze; tafferìa, in qualche altro luogo di Toscana; capistìo, nell’Umbria.]
  6. Distinto.
  7. Andò.
  8. Camaldolese.
  9. Salvadanaro.
  10. Simil.
  11. Rifece.
  12. Cielo.
  13. Ci.
  14. [V. la nota 13 del sonetto: La morte ecc., 11 genn. 34.]