Secondo libro dei Re (Diodati 1821)/capitolo 18

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18
  OR l’anno terzo di Osea, figliuolo di Ela, re d’Israele, Ezechia, figliuolo di Achaz, re di Giuda, cominciò a regnare.

2  Egli era d’età di venticinque anni, quando cominciò a regnare; e regnò ventinove anni in Gerusalemme. E il nome di sua madre era Abi, figliuola di Zaccaria.

3  Egli fece quello che piace al Signore, interamente come avea fatto Davide, suo padre.

4  Egli tolse via gli alti luoghi, e spezzò le statue, e tagliò i boschi, e stritolò il serpente di rame che Mosè avea fatto; perciocchè infino a quel tempo i figliuoli d’Israele gli facevano profumi; e lo chiamò Nehustan.

5  Egli mise la sua confidenza nel Signore Iddio d’Israele; e giammai, nè davanti nè dopo lui, non vi è stato alcuno pari a lui, fra tutti i re di Giuda.

6  E si attenne al Signore, e non si rivolse indietro da lui; anzi osservò i comandamenti ch’egli avea dati a Mosè.

7  Laonde il Signore fu con lui; dovunque egli andava, prosperava. Ed egli si ribellò dal re degli Assiri, e non gli fu più soggetto.

8  Egli percosse i Filistei fino in Gaza, e i confini di essa, dalle torri delle guardie, fino alle città forti.

9  OR avvenne l’anno quarto del re Ezechia, ch’era il settimo di Osea, figliuolo di Ela, re d’Israele, che Salmaneser, re degli Assiri, salì contro a Samaria, e l’assediò.

10  Ed in capo di tre anni fu presa; l’anno sesto d’Ezechia, ch’era il nono di Osea, re d’Israele, Samaria fu presa.

11  E il re degli Assiri menò gl’Israeliti in cattività in Assiria, e li fece condurre in Hala, ed in Habor, presso al fiume Gozan, e nelle città di Media;

12  perciocchè non aveano ubbidito alla voce


Es. 20. .5. i 2 Cron. 28. 27; 29. 1, ecc. 2 Cron. 31. 1, ecc. Num. 21. 9.

fezzo di rame. . Deut. 10. 12, 20. /2 Ke 17. .3, ecc. . [p. 339 modifica]del Signore Iddio loro, ed aveano trasgredito il suo patto; tutto quello che Mosè, servitor di Dio, avea comandato, essi non aveano ubbidito, e non l’aveano messo in opera.

13  Poi l’anno quartodecimo del re Ezechia, Sennacherib, re degli Assiri, salì contro a tutte le città forti di Giuda, e le prese.

14  Ed Ezechia, re di Giuda, mandò a dire al re degli Assiri, in Lachis: Io ho fallito; partiti da me, ed io pagherò quello che tu m’imporrai. E il re degli Assiri impose ad Ezechia, re di Giuda, trecento talenti d’argento, e trenta talenti d’oro.

15  Ed Ezechia diede tutto l’argento, che si trovò nella Casa del Signore, e ne’ tesori della casa reale.

16  In quel tempo Ezechia spiccò dalle reggi del Tempio del Signore, e dagli stipiti, le piastre d’oro, con le quali egli stesso li avea coperti, e le diede al re degli Assiri.

17  Poi il re degli Assiri mandò al re Ezechia, da Lachis in Gerusalemme, Tartan, e Rab-saris, e Rab-sache, con un grande stuolo. Ed essi salirono, e vennero in Gerusalemme. Ed essendo arrivati, si fermarono presso dell’acquidotto dello stagno disopra, ch’è nella strada del campo del purgator di panni;

18  e gridarono al re. Allora Eliachim, figliuolo di Hilchia, mastro del palazzo, e Sebna, segretario, e Ioa, figliuolo di Asaf, cancelliere, uscirono a loro.

19  E Rab-sache disse loro: Dite pur ora ad Ezechia: Così ha detto il gran re, il re degli Assiri: Quale è questa confidenza che tu hai avuta?

20  Tu dici, ma non sono che parole di labbra, che tu hai consiglio e forza per la guerra. Ora dunque, in cui ti sei tu confidato, che tu ti sei ribellato contro a me?

21  Ecco, ora tu ti sei confidato in quel sostegno di canna rotta, nell’Egitto, sopra il quale se alcuno si appoggia, esso gli entra nella mano, e la fora; tale è Faraone, re di Egitto, a tutti quelli che si confidano in lui.

22  E se voi mi dite: Noi ci confidiamo nel Signore Iddio nostro, non è egli quello, i cui alti luoghi ed altari Ezechia ha tolti via; e ha detto a Giuda ed a Gerusalemme: Voi adorerete solo dinanzi a questo Altare in Gerusalemme?

23  Deh! scommetti ora col mio signore, re degli Assiri; e io ti darò duemila cavalli, se tu puoi dare altrettanti uomini che li cavalchino.

24  E come faresti tu voltar faccia all’uno de’ capitani d’infra i minimi servitori del mio signore? ma tu ti sei confidato nell’Egitto per de’ carri, e della gente a cavallo.

25  Ora, sono io forse salito contro questo luogo, per guastarlo, senza il Signore? Il Signore mi ha detto: Sali contro a quel paese, e guastalo.


26  Allora Eliachim, figliuolo di Hilchia, e Sebna, e Ioa, dissero a Rabsache: Deh! parla a’ tuoi servitori in lingua siriaca, perciocchè noi l’intendiamo; e non parlar con noi in lingua giudaica, udente il popolo ch’è sopra le mura.

27  Ma Rab-sache rispose loro: Il mio signore mi ha egli mandato a dir queste parole al tuo signore, o a te? non mi ha egli mandato a quelli che stanno su le mura, per protestar loro che farà loro mangiare il loro sterco, e bere la loro urina insieme con voi?

28  Poi Rab-sache si rizzò in piè e gridò ad alta voce in lingua giudaica, e parlò, e disse: Ascoltate la parola del gran re, re degli Assiri:

29  Così ha detto il re: Ezechia non v’inganni; perciocchè egli non potrà liberarvi dalla mia mano.

30  E non vi faccia Ezechia confidar nel Signore, dicendo: Il Signore per certo ci libererà, e questa città non sarà data nelle mani del re degli Assiri.

31  Non ascoltate Ezechia; perciocchè il re degli Assiri ha detto così: Fate pace meco, ed uscite a me; e ciascun di voi mangi della sua vite, e del suo fico, e beva dell’acqua della sua cisterna;

32  finchè io venga, e vi meni in un paese simile al vostro; paese di frumento e di mosto; paese di pane e di vigne; paese d’ulivi da olio, e di miele; e voi viverete, e non morrete: e non ascoltate Ezechia; perciocchè egli v’inganna, dicendo: Il Signore ci libererà.

33  Ha pure alcuno degl’iddii delle genti liberato il suo paese dalle mani del re degli Assiri?

34  Dove sono gl’iddii di Hamat e di Arpad? dove gl’iddii di Sefarvaim, di Hena, e d’Ivva? hanno pure essi liberata Samaria dalla mia mano?

35  Quali son quegli dii, d’infra tutti gl’iddii di que’ paesi, che abbiano liberato il lor paese dalla mia mano; che il Signore abbia da liberar Gerusalemme dalla mia mano?

36  E il popolo tacque, e non gli rispose nulla; perciocchè tale era il comandamento del re: Non gli rispondete nulla.

37  Ed Eliachim, figliuolo di Hilchia, mastro del palazzo, e Sebna, segretario, e Ioa, figliuolo di Asaf, cancelliere, vennero al re Ezechia co’ vestimenti stracciati, e gli rapportarono le parole di Rab-sache.

Note