Se n'è ito
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1830
SE N’È ITO
Hai sentito eh? ppovero Titta er greve,1
Povera nun zia l’anima! ha spallato.2
Ma! un giuvenotto da potesse bbeve
4Drento in un bicchier d’acqua,3 eh? cche ppeccato!
Inzinénta4 dar giorno de la neve,
Se portava un catarro marcurato.5
E Ssan Giacinto6 té l’annò a rriceve
8In d’un fonno de letto, ggià appestato!
Da ’na gnàgnera7 a un’antra, stammatina
In zanitate ròspite,8 bz!,9 è mmorto
Pien de decùpis10 derèto a la schina.11
12 A quiniscióra12 fanno lo straporto13
Der corpo in forma-papera:14 e ggià Nnina15
Se fa vvede a bbraccetto16 co’ lo storto.
Terni, 28 settembre 1830.
Note
- ↑ Greve: che affetta imponenza. [Titta: Bista, Giambattista.]
- ↑ [Ha sballato]: è morto.
- ↑ Chi ha molta salute e floridezza, è indicato dal volgo con questa espressione.
- ↑ [Insino, fino.]
- ↑ Malcurato.
- ↑ Nome di una corsia dell’Ospedale di S. Spirito, dove [nella quale] sono ricevuti i tisici.
- ↑ Febbricciattola.
- ↑ Insalutato hospite, cioè: “all’improvviso.„
- ↑ Suono del bacio, per indicare cosa fatta.
- ↑ Decubiti. Le piaghe prodotte dal decubito sono anche esse qui dette decubiti. [Bisogna anche avvertire che Decupis è un cognome abbastanza noto in Roma.]
- ↑ Schiena. [Dal germanico skina.]
- ↑ Quindici ore.
- ↑ Trasporto.
- ↑ In forma pauperum.
- ↑ [Caterina. La moglie.]
- ↑ Sotto al braccio ecc.