Se fosse umana fama altro che fiato
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PER MONSIG. FRANCESCO PANICAROLA.
Se fosse umana fama altro che fiato,
Che si dilegua in un momento, forse
Ti spargerebbe in petto arida invidia
Del buon Panicarola il sommo pregio,
Se però tu che leggi apprezzi l’arte
Del favellare. Oh che volubil fiume
Di ben scelte parole egli spandea
Dal cor profondo! oh che soave giogo
Imponevan parlando all’altrui mente!
Può dirlo Italia, cui sovente scosse
Col dolce fulminar delle sue note.
Ma che? sorpreso da silenzio eterno
Or giace muto in questi sassi. Adunque
Affermeremo, che non ha virtude
Contra l’acuta falce della Morte
L’alma virtù? non certamente; ascoso
Stassi il Panicarola oggi sotterra,
Ma risuona per tutto il suo gran nome;
Ogni orecchia l’ascolta, ed ogni sguardo
Il si vagheggia: il divenir di gelo,
L’incenerirsi è fin della natura:
Ma muore il neghittoso, a cui non sorge
Sì tardo il Sol, che non gli sia per tempo.