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Ardigò alla Gazzetta di Mantova per rifiutare la candidatura
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8.


(Gazzetta di Mantova, 16 luglio 1884).

Elezioni comunali... Il Comitato eletto dalla Costituzionale credette... un dovere della più stretta convenienza di rivolgersi al professor Ardigò, per ottenerne l’assenso a che il suo nome figurasse nella nostra lista; s’intende bene, come puro e semplice omaggio al suo valore personale, senza alcun impegno d’altra sorta. Se oggi nella nostra lista non appare il nome del prof. Ardigò, lo si deve dunque soltanto alla sua irremovibile volontà di ritiro, affermata oltrechè con dichiarazioni verbali con la seguente lettera che ci piace produrre, onde si vegga che noi respingiamo ogni responsabilità di ingiuste sconoscerze verso chi onora la città.

Mantova, 5 luglio 1884.

Pregiatissimo signor Luzio.

Le sono gradissimo della lettera che si è compiaciuto di scrivermi. Ringrazio il Comitato per la proposta onorevolissima che mi fa. E nulla mi impedirebbe di assentirvi, se non fosse il proposito di non accettare più mai, qualunque cosa avvenga, nessun incarico pubblico. E in questo proposito tanto più sono fermo quanto meno mia è la colpa di essermivi deciso. L’esperienza mi ha dimostrato che la mia opera sarebbe avversata infallibilmente [p. 254 modifica]tanto a destra quanto a sinistra. Soprattutto penso oggi, che, vecchio ormai e stanco, il poco di tempo e di forze che mi resta, non devo sciuparlo in ciò che, per fruttare, dipende dal suffragio altrui, che sempre mi fu negato: e devo invece impiegarlo in ciò che, per esser utile, non ha bisogno del permesso degli altri.

Io credo Lei un galantuomo e un uomo serio: dirò di più, lo credo più radicale di molti sedicenti democratici. Per questo mi prendo la libertà di esprimermi apertamente. Molti si chiamano democratici e non sono che arruffoni sciocchi, che è per me la specie più antipatica che esista.

Amo la vita in disparte. Non mi rincrescerebbe neanche se nessuno si accorgesse che sono al mondo. E oso sperare che Ella non trovi riprovevole questo mio sentimento.

Suo devotissimo

Prof. R. Ardigò


(La vita e il pensiero di R. Ardigò del prof. G. Marchesini pagine 43-44).

Dell’Ardigò si disse un tempo ch’egli politicamente era «crispino». Interpellato su questo argomento mi rilasciava nel 1904 la seguente nota.

Io era, fino dalla sua fondazione, nel Circolo Cairoli presieduto dal professore ora deputato Alessio: e vi ho votato il Programma: un programma non certo crispino, come si fa valere ora la parola. E s’è dato, che una volta (nove anni fa), in un momento di movimenti generali da me ritenuti anarchici, credendo io pericoloso per la nostra libertà promuovere una crisi nel governo, mi dichiarai non favorevole ad una deliberazione del Circolo; approfittando poi dell’occasione per cavarmi al tutto dalla politica, per la quale non ho inclinazione: mantenendomi però sempre anche in seguito e fino al presente in istretta e viva amicizia e comunanza di aspirazioni cogli antichi compagni. [p. 255 modifica]

Questa e non altra è la verità vera. Che crispino d’Egitto! Io non sono che un uomo che vuole esser libero: un uomo che odia le tirannie, tanto quelle di sopra quanto quelle di sotto: un uomo, che, essendo fuori di ogni partito, non ha bisogno di venire a transazioni colla coscienza, come troppi di quelli che vi sono impegnati.