Cronaca Teatrale

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V VII

Berlino, ottobre 1921

«Il concerto di Battistini a Berlino»

Sentire il celeberrimo baritono in Italia è quasi impossibile; all'estero invece si può avere il piacere grandissimo di sentirlo qualche volta. Per esempio questa volta Battistini, di passaggio recandosi in Scandinavia per una tournée, ha dato un unico concerto nella bella sala della Filarmonica, il 24 settembre u.s.

Naturalmente un pienone.

Compaiono il cantante famoso ed il suo accompagnatore Bruno Seidler: dalla sala partono applausi fragorosi.

Ed ecco, con una voce che si fa sempre più colorita, con una voce forte, robusta, dal timbro simpaticissimo, egli incomincia a cantarci l'aria: «Morir tremenda cosa» dalla «Forza del Destino» di Verdi. Quando ha finito scoppiano di nuovo le acclamazioni. E così di nuovo, quando egli ci fa sentire, come lo sa fare, Rossini e Beethoven, Bellini e Gounod, Mozart e Verdi e quando rievoca due ora quasi sconosciuti autori italiani del Secento [sic]: Carissimi e Monteverdi.

E più va avanti, più la voce di Battistini si fa magnifica, possente. Ed egli ci canta la serenata del Don Juan...

Dopo la fine del programma l'entusiasmo nella sala è grandissimo: si applaude fino a che Battistini non riviene fuori.

Le note del prologo de «I pagliacci» del compianto Maestro Leoncavallo si diffondono nella sala. E il baritono, spinto dall'entusiasmo sempre crescente dei suoi ammiratori, canta, canta ancora... Due ore di musica sentita, magnifica...

È stata la prima volta che ho visto i Tedeschi (capite?) saltare sulle sedie per «vederlo» meglio e per applaudirlo meglio... Battistini, malgrado che si avvicini alla settantina, non dimostra affatto la sua età: ha ancora dei capelli neri. La sala, come già dissi, gremitissima. Tutti i posti erano esauriti già da molto tempo.

Ghidibà1

  1. È uno degli pseudonimi con i quali Leone firmava talvolta i suoi articoli.