«Ciò che pensiamo»

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II

Berlino, 1 maggio 1921

Ciò che pensiamo e che non dobbiamo dimenticare è che siamo una forza. Se siamo una forza, la dobbiamo esplicare in qualche cosa. Il «Ciò che pensiamo» deve rispecchiare la nostra forza intellettuale. Dunque non bisogna stare inerti: bisogna lavorare e dare il nostro contributo intellettuale all'organo che ci rappresenta. Bisogna dire ciò che pensiamo...

Giovani di tutti i paesi, di tutte le classi, venite a rinsaldare questa falange, che è ancora di pochi, di troppo pochi. Il nostro programma è alto: concorrete affinché diventi realtà. Sempre avanti, al lavoro. Questo è il nostro motto, come anche un altro, che lo fu di persone nobili ed alte: «Volere è potere». Sotto la loro egida lavoreremo e, speriamolo, proficuamente.

L. Ginzburg