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XVI. Luncheon

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XVI. Luncheon


Pel luncheon, dopo le nozze religiose, è molto spesso impossibile avere a disposizione, un così grande salone, per erigervi una sola, lunghissima mensa: e anche avendo questo salone, la grande mensa somiglia troppo a una lable d’hòte e, viceversa, le piccole tavole di quattro, di sei, di otto persone, sono così graziose! A ogni modo, una più larga mensa vi deve essere, quella di onore: la sposa si siede al primo posto, avendo alla sua diritta lo sposo, alla sua sinistra il compare, o, se vi è il monsignore, il parroco che ha celebrato le nozze religiose; allora, il compare passa al posto seguente. Dirimpetto alla sposa, all’altro primo posto, vi è sua madre, se l’ha; la quale ha a destra il padre o il piu prossimo parente dello sposo, e a sinistra un altro parente immediato dello sposo. Se la sposa ha solo il padre, è lui che le siede dirimpetto, dando la dritta alla madre dello sposo o alla sua più prossima parente, e la sinistra alla parente più immediata, dopo la prima. Così, via via, sono collocati parenti, testimoni, alti e notabilità della festa, in questa tavola d’onore. Il menu di questa colazione può esser più o meno ricco: il più semplice è quello che ha una tazza di brodo, un pesce bollito, un pezzo di carne con legumi, un gelato e la torta di nozze, o, se lo capite meglio il gàteau de mariage. Ad arricchirlo, non ci vuole che del denaro, un buon cuoco e della immaginazione! Ogni invitato ha, davanti, il suo menu, in cartoncino apposito, con le iniziali degli sposi e la data del matrimonio: il menu, poiché la cucina è sempre di piatti francesi, è scritto in francese. Vi è chi offre alle signore invitate un mazzolino di fiori, facendolo trovare accanto al loro piatto. [p. 34 modifica]Bene inteso, che quando gli invitati sono molti, bisogna scrivere il loro nome sopra un cartoncino e deporlo sul loro posto, a tavola. I brindisi, i sonetti, le poesie di circostanza, non hanno un carattere chic, sono completamente passate di moda, in certi ambienti. Ma, se vi è un vecchio amico di famiglia, un sacerdote, un parente importante, che voglia fare un brindisi, leggere una poesia, bisogna fargli buon viso: deve rispondere il padre della sposa, o lo sposo stesso. Dopo il gelato, la sposa, al braccio dello sposo, distribuisce le fette della torta di nozze; dispensa, alle sue amiche ancora signorine, i fiori d’arancio della sua acconciatura: dispensa, a signore e a signorine, i sacchetti o le scatole dei confetti (confetti di mandorle, bianchi, alla vaniglia); dispensa agli uomini, prendendoli da un gran vassoio di argento, cucchiaiate di confetti. Questo vassoio deve essere nel salone, sovra una tavola. Per i sacchetti o le scatole di confetti, vi è molta varietà di moda; più elegante e pratico, è il fazzoletto di seta bianco, legato con un nastro, pieno di confetti; esso è utile, alle signore che lo hanno in dono. Come scatola, è di grande chic, un cofanetto di argento: serve, dopo, come portagioielli, e come bel ninnolo da salotto. La sposa, quindi, va a vestirsi per il viaggio di nozze.