Saper vivere/Fuori di qui/IX. Il caldo: i due metodi
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IX. Il caldo: i due metodi
Poiché, moltissima gente, per isvariate ragioni, di cui una, possente, la mancanza di denaro, è costretta di restare in città e ad affrontare il caldo cittadino, con cui non si scherza; poiché anche quelli che vanno in campagna, hanno caldo; e hanno caldo anche quelli che vanno sulle spiagge del mare; poiché su milioni e milioni di persone, nel mondo civilizzato, solo dieci o quindicimila salgono a duemila metri, in montagna, per battere i denti dal freddo, in pieno agosto, e sono ritenuti per pazzi; poiché questo problema del caldo bisogna affrontarlo, studiamo i due metodi con cui si può trascorrere la vita, nel sommo del calore, fra il quindici luglio e il quindici settembre. Primo metodo: ovunque si sia, in città, in campagna, al mare, sulla collina, nel bosco, fuggire il caldo. Cioè, dalla mattina alle nove, dopo aver fatto circolare l’aria mattinale per la casa, chiudere ermeticamente le persiane, i cristalli e le imposte di tutte le finestre e di tutti i balconi. Non uscire, assolutamente, dalle nove alle cinque pomeridiane. Vivere chiuso fino a che il sole saetti: non obbligarsi a portare i colletti alti e duri se uomo, dei plastron soffocanti, se donna: vivere, all’ombra o in penombra, in vestaglia, in veste da camera, in pianelle. Fra mezzogiorno e l’una, fare una colazione o un pranzo, leggieri ma sostanziosi, di uova, latticinii, pesci, verdure, frutta, cucinati finemente: dopo fumare, leggere, passeggiare, sempre in casa, sempre in penombra: e, infine, andare a letto, per la siesta, ma come ci si va di notte, spogliandosi, cioè, e sentendo tutto il refrigerio della tela fresca e fine. Rinviare tutti i bagni, le passeggiate, le escursioni, alle sei pomeridiane, quando il forte caldo, è trascorso: aggirarsi in campagna, o in città, di sera, di notte: rientrare stanco, ma rinfrescato dall’aria notturna, dormire subito. In caso che si debba assolutamente escire, quando vi è il sole, ripararsi contro esso con veli, con vestiti bianchissimi, con guanti ermetici, con nessun angolo di pelle, del collo, delle braccia, delle mani, esposto al sole e alla polvere. Cambiarsi di vestito, due o tre volte al giorno: aspergere se stesso e la propria camera sei volte al giorno, di acqua di Colonia. Non bever freddo, è peggio: non prender granite o gelati, è molto peggio. È un metodo che dà buoni risultati, se non ottimi. Vedremo, poi, il secondo metodo.