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Prefazione Salmo II
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IL LIBRO DE’ SALMI.


SALMO PRIMO


I giusti sono beati: i cattivi sono infelici.


1. BEatus vir, qui non abiit in consilio impiorum, & in via peccatorum non stetit, & in cathedra pestilentiae non sedit: 1. BEato l’uomo, che non va dietro ai consigli degli empj, e non si ferma nella via de’ peccatori, nè si pone a sedere sulla cattedra di pestilenza:1
2. 2Sed in lege Domini voluntas ejus, & in lege ejus meditabitur die, ac nocte. 2. Ma suo diletto ell’è la legge del Signore; e la legge di lui egli medita di giorno, e di notte.3
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3.4Et erit tamquam lignum, quod plantatum est secus decursus aquarum, quod fructum suum dabit in tempore suo: 3. Ed ei sarà come arbore piantato5 lungo la corrente delle acque, il quale darà a suo tempo il suo frutto;6
Et folium ejus non defluet: & omnia qaecumque faciet, prosperabuntur. E foglia di lui non cadrà7: e tutto quello, che egli farà8, avrà prospero effetto.
4. Non sic impii, non sic: sed tamquam pulvis, quem projicit ventus a facie terrae. 4. Non così sarà degli empj, non così; ma ei saran come lopa9, cui sperge il vento dalla superficie della terra.

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5. Ideo non resurgent impii in judicio: neque peccatores in consilio justorum. 5. Per questo non risorgeranno gli empi in quel giudizio, nè i peccatori colla congregazione de’ giusti.10
6. Quoniam novit Dominus viam justorum: & iter impiorum peribit. 6. Perocchè conosce il Signore la via de’ giusti, e la strada degli empi finirà nella perdizione.11

Note

  1. Vers. 1. Beato l’uomo, ec. Descrive, il profeta l’erede della vera spirituale beatitudine, a cui non si perviene se non col fuggire il male, e col fare il bene: quindi si dice in primo luogo da quali cose si guardi l’uomo, che vuol essere beato, indi in quali cose ponga l’affetto. Tre specie d’uomini sono qui notate, dalle quali il giusto si tien lontano; primo gli empj, che sono quelli, i quali la religione, e Dio stesso non curano: la voce Ebrea significa piuttosto uomini incostanti, vacillanti, vien a dire non fermi ne’ principj della religione: secondo i peccatori, col qual nome intendonsi quelli che sono ostinatamenta indurati nella malizia: terzo finalmente i seminatori, e maestri di prave dottrine, indicati per la cattedra di pestilenza, ovvero cattedra di corrotti, e perversi insegnamenti.
  2. Jos. 1. 8.
  3. Vers. 2. Suo diletto ell’è la legge del Signore; e la legge, ec. Studiosamente è qui ripetuto il nome della legge divina per dimostrare come alle orecchie, e al cuore del giusto è grato, e dolce un tal nome.
  4. Jerem. 17. 8.
  5. Vers. 3. Arbore piantato lungo la corrente delle acque. L’Ebreo propriamente ha trapiantato. E certamente conviene, che quest’albero se dee dar buoni frutti, dalla regione sterile, e arida, in cui nacque sia trasferito in un campo di grassa, e umida terra, conviene, che l’uomo per dar frutti di vita eterna, dallo nato del peccato, in cui nacque passi mediante una nuova rigenerazione ad esser pianta della mistica vigna, che è la Chiesa. Le acque, che dan vita, e nudrimento alla pianta simboleggiano questa rigenerazione, e la vita spirituale, che riceviamo da Cristo, a cui siamo innestati nel S. Battesimo.
  6. Darà a suo tempo il suo frutto. Se per questo frutto si intendano le buone opere, le azioni virtuose, vorrà dire, che queste saranno perfette, ed eccellenti come i frutti bene stagionati, e maturi. Alcuni però per questo frutto intendono la rimunerazione promessa alle buone opere, la salute eterna, che è il fine della fede del giusto, come sta scritto. 1. Pet. 1. 7.
  7. E foglia di lui non cadrà. Ei sarà sempre verde, e vegeto, e fecondo, nè gli ardori stessi della cocente estate gli faran perdere veruna delle sue foglie. Sostenuto dalla grazia di colui, che lo conforta, e lo sostiene, e in cui tutto egli può, il giusto mantiensi incorrotto, e fedele in mezzo al fuoco delle tentazioni, e degli affanni della vita presente.
  8. E tutto quello, che egli farà. Tutto quello, che il giusto farà, tornerà in bene per lui, perocchè tutto coopera al bene di chi ama il suo Dio. Rom. viii. 28.
  9. Vers. 4. Ma.... come loppa, ec. Per grande, e felice, e rispettabile, che apparisca agli occhi del mondo il peccatore, egli è ben poca cosa, e spregevole, e vile negli occhi di Dio, e secondo i principi della fede; egli è come la loppa, la quale resta sull’aja dopo la battitura del grano, e la quale al più leggero soffio di vento si sperge, e si dissipa, e più non si vede.
  10. Vers 5. In quel giudizio, ec. Viene a dire nel giudizio, e nella società de’ giusti non risorgeranno gli empj, nè i peccatori: imperciocchè quantunque anch’essi risorgano, la loro risurrezione non è un passaggio alla vita, ma ad una seconda morte Apocal. xx. 15. Passeranno adunque nel finale giudizio i giusti dalla prima morte alla risurrezione, e alla vita eterna, i cattivi dalla prima morte ad un’altra più terribile, e sempiterna.
  11. Vers. 6. Conosce il Signore, ec. Il Signore conosce (con una cognizione di approvazione, e di amore) il ben oprare de’ giusti, e con amorosa provvidenza li custodisce, e li rimunera, ma confonde, è con eterna perdizione punisce la malizia degli empj.