Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana/Relazione - Rapporto

Relazione - Rapporto

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RELAZIONE - RAPPORTO.


Relazione è verbale di riferire ne’ seguenti significati di questo verbo: 1.° ridire altrui quello che si è udito, visto, o pensato; e però relazione è primamente narrazione, esposizigne della cosa udita, vista, o pensata, come nel seguente esempio: «Comandò loro che ciascuno studiasse sopra detta quistione, e facesserne a lui relazione.» G. Vill. 2.° aver convenienza con una persona, con una cosa; aver dependenza da una persona da una cosa; aver attinenza ad una persona, ad una cosa; ed in questo secondo significato di riferirsi la voce relazione vale convenienza, dependenza, attinenza, analogia. Eccone l’esempio: «Non potendosi l’ordine delle persone divine pigliare dalla virtù, che è in tutte tre la medesima, si piglia dalle relazioni, che hanno tra se.» Segner.

Rapporto è verbale di rapportare, ma in un solo de’ significati di questo verbo, cioè in quello di far parte, di portare ad uno la notizia di ciò che si è inteso, o veduto altrove, come nel seguente esempio del Machiavelli, nel quale si parla di un innamorato, che aspetta [p. 118 modifica]impazientemente di saper da un certo tale l’esito de’ suoi tranelli: «Il rapporto di costui mi farà o vivere ancora qualche tempo, o morire affatto.»1

Incominciamo adunque dallo spogliare il vocabolo rapporto del significato, che nella nostra lingua non ha, di convenienza, di attinenza, di dependenza, e condanniamo come errore il brutto neologismo di rapporto d’amicizia, rapporto di famigliarità, di parentela, in luogo di relazione d’amicizia, di famigliarità, di parentela; come pure l’arcibrutto modo avverbiale invalso pur troppo nelle scritture correnti di rapporto a per relativamente, o rispetto a. Ognun vede che in questo significato la voce rapporto non ha derivazione, che a tale uffizio la scorga.

Resta ora a parlare del primo significato della voce relazione, nel quale sembra a prima giunta che essa sia perfettamente sinonima di rapporto; ma a chi vorrà ficcarvi ben addentro gli occhi apparirà una certa differenza, la quale per essere delicata assai, è più facile a sentirsi, che a spiegarsi; tenterò di chiarirla: [p. 119 modifica]

Relazione ha nell’uso un significato non solamente più nobile, ma più largo altresì di quello di rapporto, e però la narrazione d’un lungo viaggio, d’un gran fatto d’armi, d’un memorabile assedio, in somma d’ogni cosa che pigli dignità dal tempo e dalle circostanze, dicesi relazione, e non rapporto. Per lo contrario chiamiamo rapporto una succinta notizia di quello che è accaduto poco tempo prima, e di cui fummo testimonio o parte; un caporale, un capo di squadra, un comandante d’un corpo di guardia fa rapporto di quanto vide e fece durante la sua fazione; ma il racconto delle mosse d’un esercito chiamasi relazione. Un deputato del popolo fa rapporto in parlamento del parere di altri suoi colleghi sopra questa o quella quistione; un ministro vi fa la relazione dello stato delle cose del regno. Un grave serittore, il cardinal Bentivoglio, chiama relazioni le belle sue descrizioni delle province unite di Fiandra; chi le chiamasse rapporti scemerebbe la loro dignità. In fine rapporto sembra essere più pronto e però più breve di relazione, la quale vuol essere corroborata di molti particolari, e distesa con più bell’ordine. Questo sia detto quanto alla maggior larghezza del significato [p. 120 modifica]della voce relazione sopra quello di rapporto: rispetto poi alla nobiltà relativa delle due voci, indaghiamone il casato, e chiamiamole ambe a far le loro provanze. I nomi di rapportatore, e rapportatrice sono infami, quello di relatore s’apparticne a’ giudici, a’ consiglieri, agli scienziati, quando o di lite, o di leggi, o d’importanti trovati riferiscono al tribunale, ai consiglj, alle accademie; rapporto, e rapportamento sono sovente presi in cattivo senso, relazione non mai. Referre e relatio erano voci solenni nell’antico senato di Roma2, non così reportare: sicchè se alcuna virtù pur si diffonde dal ceppo ai rami, si può con sicurezza inferire, che relazione supera rapporto in larghezza, in nobiltà, ed in bontà di significazione.

Note

  1. *Mandragora atto IV. scena I.
  2. *Forcellini ad voc.