Saggi poetici (Kulmann)/Parte prima/Italia, Italia mia
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Italia, Italia mia!
Oh! la più bella terra
Del vasto mondo intero;
E a me (dopo la patria,
5Di cui l’amore innato
Col core insieme cresce)
Cara vieppiù d’ogni altra!
Dovrò dunque morire
Senza averti veduta,
10Terra, ch’agli occhi miei
Ognor santa paresti?
Misera qual mi sono,
Sarei da te venuta
Pedestre pellegrina,
15Con gioja mendicando
Per sostentar le forze
Di debole fanciulla,
Cui l’animo virile
Nell’entusiasmo suo
20Avea fissato, ch’ella
Andria ad inchinare
La riverente testa,
E sciorre ’l voto antico
Dinanzi alle immortali
25Sacrate quattro tombe:
Del Padre della lira,
Dell’amante di Laura,
Del Proteo dalle mille
Amenissime forme,
30Ed alla tua, dagli anni
Dell’infantile etade
Deïficato Tasso!
Cui l’alte, armonïose,
Incantatrici stanze
35Io cento e cento volte
Cantava col fervore
D’un improvvisatore,
Ad ammirar forzando
Quegli, che tuo divino
40Idioma non capiva!
Io mi sperava un giorno
Adornar di bei fiori
Le sacre tombe vostre,
Genj eccelsi! di fiori
45Bagnati dalle calde
Mie lagrime dirotte,
D’occulta invidia figlie
E d’ammirar sincero,
Dacch’io ricerco invano
50Ritrarre dalle corde
Dell’italica lira,
Lira che a voi sol serve,
Poveri e lievi suoni,
Di lei, di voi sol degni.
55Nasciamo sotto al polo
Con ambiziosa mente,
E n’è sola cagione
Il veder la verzura
Ed i fiori ed i frutti
60Nel girar di tre lune
Giugnere all’auge loro,
Laonde l’orgogliosa
Nostr’alma a creder dassi,
Che cedere al possente
65Debba nostro volere
Qualsiasi impedimento.
O Italia, Italia mia,
Santa cuna delle arti,
Non isdegnar l’offerta,
70Ch’appiè dell’ara tua
Depone colla testa
Chinata insino a terra
L’infortunata prole
Del Norte. Oh, ten sovvenga,
75Diciassett’anni e muojo!
Mi pende sovra ’l capo
La falce della morte;
Egli è fra gli angosciosi
Tormenti della vita,
80Che con tremante mano,
Italia idolatrata,
Ti scrissi queste righe.
Dolce mia vita, addio!
Addio, Italia mia!
Elisabetta Kulmann