Roma ch'ergesti le tue moli altere
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Fulvio Astalli
III
Roma ch’ergesti le tue moli altere,
Dove campi dell’aria hanno il confine,
Dimmi, perchè sull’alte tue ruine
Ridon ora de’ fior tutte le schiere?
5Se cadde a terra quel superbo crine,
A che serti intrecciar le Primavere?
Solo dovean qui meste piante e nere
Delle grandezze tue piangere il fine.
Roma, le tue cadute io piango ognora
10E vò che questa destra ora recida
Sovrà i sepolcri tuoi Aprile, e Flora.
Errai. Superbia ancora in te s’annida:
Ti vinse il tempo è ver, ma vinta ancora
Delle perdite tue par che tu rida.