Rime varie (Alfieri, 1903)/CXXXVI. Ingegnoso nemico di me stesso

CXXXVI. Ingegnoso nemico di me stesso

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CXXXVI. Ingegnoso nemico di me stesso
CXXXV. Donna or più giorni son che a caldo sprone CXXXVII. Per questi monti stessi or son due lune

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CXXXVI.

Ingegnoso nemico di me stesso
Già da natura, e per amor più assai,
Da immaginato mal mi avviene spesso
Ch’io traggo veri e ben cocenti guai.

Ecco ch’io lieto, ora, se il fui giammai,
Esser dovrei: poichè vieppiù mi appresso
A chi pur tanto sospirando andai,
E in cui mia speme e vita e gloria ho messo.

E or pur mi assal, senza ch’io tor mel possa,
Nuovo un terror che me la pinge inferma;
E me ne scorre il brivido per l’ossa.

Ma d’onde il so? la sconsolata ed erma
Vita ch’io meno, ogni fantasma ingrossa;
Nè dal troppo sentir senno mi scherma.