Rime varie (Alfieri, 1903)/CXVIII. A tardo passo al sospirato loco

CXVIII. A tardo passo, al sospirato loco

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CXVIII. A tardo passo, al sospirato loco
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CXVIII.

A tardo passo, al sospirato loco,
Cui solo abbella di mia donna il volto,
Dopo dodici lune ho il pié rivolto;
E fortuna a me par più mite un poco.

Ma, per lo pianger lungo, io son sì fioco,
L’ingegno in nebbia così densa è avvolto,
E intero il cor sì nel dolor sepolto,
Che al canto invan l’alta mia Diva invoco.

Pur, sì invasa ho di lei la mente, e il petto
Caldo così, che parmi, anco senz’arte,
Abbiano i miei sospiri a dar diletto.

Ma s’io m’inganno, almen sfogato in parte
Avrò quel dolce vario-mesto affetto,
Che me dal volgo, e da me stesso, parte.