Rime varie (Alfieri, 1903)/CXCIII. Morte già già mi avea l'adunco artiglio

CXCIII (1787). Morte già già mi avea l'adunco artiglio

../CXCII. Ciò che agl'Itali spesso a torto ascritto ../CXCIV. Emmisi chiusa alfin l'inferi porta IncludiIntestazione 11 giugno 2022 100% Da definire

CXCIII (1787). Morte già già mi avea l'adunco artiglio
CXCII. Ciò che agl'Itali spesso a torto ascritto CXCIV. Emmisi chiusa alfin l'inferi porta

[p. 124 modifica]

CXCIII (1787).

Morte già già mi avea l’adunco artiglio
Tenacemente al cor dintorno attorto:
Esangue, e col pensier già in tomba assorto,
Pender su me vedea, turbata il ciglio,

Muta qual madre, sovr’unico figlio,
Quella, per cui di vita i guai sopporto:
E vedea d’altra parte in viso smorto
Starsi l’amico, ond’ha il mio cor consiglio.

Oh! quanti strali trafiggeanmi l’alma!
Lasciar l’amata, l’amico, e la spene
Della sì a lungo sospirata palma!...

Quand’ecco rieder vita entro mie vene.
Gloria, amistade, amore, or voi mia salma
Serbaste... Ah sol per voi la vita è un bene.