Rime varie (Alfieri, 1903)/CLXXVII. Non bastava che lungo intero il verno

CLXXVII (1786). Non bastava, che lungo intero il verno

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CLXXVII (1786). Non bastava, che lungo intero il verno
CLXXVI. Crudel comando e per pietà l'ho dato CLXXVIII. Podagra acerba che sì ben mi mordi

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CLXXVII (1786).

Non bastava, che lungo intero il verno
Sepolto io stessi in solitudin trista,
Privo di quella cara ed alma vista,
Che sola in tregua pon mio pianto eterno?

Mute selve, ov’io sfogo ebbi all’interno
Mio duol, cui speme pur iva frammista;
Ecco, ognuna di voi vita racquista;
E nuove fronde, e fior novelli io scerno:

Non, lasso! in me, cui la speranza è tolta
Di riveder tra queste amene piagge
Donna, in chi mia ventura e vita è accolta.

Gioja non v’ha, che omai più il cor m’irragge;
Morte mi s’è d’intorno ad esso avvolta,
E lenta lenta a sua magion mi tragge.