Rime nuove/Libro VIII/La figlia del re degli elfi
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XCIV.
LA FIGLIA DEL RE DEGLI ELFI
Cavalca sir Òluf la notte lontano
Per fare gl’inviti, ch’è sposo diman.
Or danzano gli elfi su ’l bel verde piano;
4La donna de gli elfi gli stende la man.
— Ben venga sir Òluf. Perché vuoi scappare?
Vien dentro nel cerchio: vien, balla con me. —
— Ballare non devo, non posso ballare:
8È giorno di nozze dimani per me. —
— Se meco tu balli, scudiero gentile,
Due d’oro speroni donare io ti vo’,
Ed una camicia di seta, sottile,
12Che al lume di luna mia madre imbiancò. —
— Ballare non posso, non devo ballare:
È giorno di nozze dimani per me. —
— Sir Òluf, ascolta: ti voglio donare
16Un cumulo d’oro, se balli con me. —
— Il cumulo d’oro ben venga; ma poi
Ballare non posso, ché ho nozze diman. —
— Se meco, sir Òluf, ballare non vuoi,
20Il morbo e il contagio ti accompagneran. —
E un colpo gli batte leggero su ’l cuore:
Tal doglia sir Òluf piú mai non sentí.
Poi bianco il rialza sul suo corridore:
24— Ritorna a la sposa, ritorna cosí. —
E quando a la porta di casa egli venne,
Sua madre al vegnente guardò con terror:
— Ascolta, figliuolo: di’ su, che t’avvenne?
28Perché cosí smorto? che è quel pallor? —
— Come esser non debbo sí pallido e smorto?
Nel regno de gli elfi m’avvenne d’entrar.—
— Figliuolo, la sposa sarà qui di corto;
32Che devo a la sposa, figliuolo, contar? —
— Le di’ che a sollazzo cammino pe ’l bosco
Con cane e cavallo, provandolo al fren. —
Ed ecco (il mattino tremava ancor fósco)
36La sposa e l’allegro corteggio ne vien.
Recavano cibi, recavano vino.
— Ov’è il mio sir Òluf? Lo sposo dov’è? ―
— Usciva a sollazzo pe ’l bosco vicino
40Con cane e cavallo, verrà presto a te. —
La sposa una rossa cortina solleva,
E morto lí dietro sir Òluf giaceva.