Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi
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ALLA FIGLIA DI FRANCESCO CRISPI
x gennaio mdcccxcv
Ma non sotto la stridula
Procella d’onte che non fûr piú mai,
Ma non, sicana vergine,
4Tu la splendida fronte abbasserai.
Pria che su rosea traccia
Amor ti chiami, innalza, o bella figlia,
Innalza al padre in faccia
8Gli occhi sereni e le stellanti ciglia.
Ei nel dolce monile
De le tue braccia al bianco capo intorno
Scordi il momento vile
12E de la patria il tenebroso giorno.
Ne l’amoroso e pio folgoreggiare
De gli occhi in lui levati
L’ampio riso rivegga ei del suo mare
16Ne’ dí pieni di fati;
Quando, novello Procida,
E piú vero e migliore1, innanzi e indietro
Arava ei l’onda sicula;
20Silenzio intorno, a lui su ’l capo il tetro
De le borbonie scuri
Balenar ne i crepuscoli fiammanti;
In cuore i dí futuri,
24Garibaldi e l’Italia: avanti, avanti!
O isola del sole,
O isola d’eroi madre, Sicilia,
Fausta accogli la prole
28Di lui che la tirannica vigilia
T’accorciò. Seco venga a’ lidi tuoi
Fe’ d’opre alte e leggiadre,
O isola del sole, o tu d’eroi
32Sicilia antica madre.
Note
- ↑ [p. 1058 modifica]Nella copia che di mano dell’autore fu mandata alla sposa, onde la odicina fu riprodotta nel piú de’ giornali, la penna trascorse a scriver maggiore: quindi il lepido ripetío dei paperi: non bisogna invidiare ai paperi il verso a cui si riconoscono e si raccolgono. Del resto nel rispetto storico torna benissimo anche maggiore.