Rime di diversi in lode e in morte di Gaspara Stampa/XVI

Anonimo

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XV XVII

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XVI

Dello stesso.

     Stampa, tu pur da noi sei spenta e morta,
anzi viva nel ciel, noi morti in terra,
e dolce pace v’hai d’acerba guerra,
ch’il mondo reo sempre a’ migliori apporta.
     Di lagrime la guancia umida e smorta,
dal tuo sparir gran duol la gente afferra;
ma sol il mio cor piagne e si sconforta,
ché quel, ch’a te s’aperse, a me si serra.
     Tu contempli il Signor in paradiso,
e cogli angioli canti a prova insieme
l’alma beltá del volto eterno e santo:
     io l’ombre sue mirando in mortal viso,
pien di ciechi desir, di vana speme,
vommene quasi ognor spargendo pianto.