Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo/Coltrici festive

Coltrici festive

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Libro secondo - Agli eroissimi Libro secondo - L'idillio di Orlando
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quando

il municipio di bologna

festeggiò la b.v. di s. luca

esponendo i cenci antichi

per invito dei clericali

maschi e femmine



Dicono — Gesù mio, quanto schiamazzo
     Per due vecchi tappeti!
Nemmen se ritornassero in Palazzo
     4Gli Svizzeri ed i preti!

I contadini a non vederli esporre
     Ci credevan birbanti;
Sono elettori anch’essi e quando occorre
     8Votan pei ben pensanti.

Che v’importan quei cenci o i Credi fatti
     Recitar nelle scuole?
Siam liberali. Non badate agli atti,
     12Badate alle parole. —

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Rispondono — I tappeti alla ringhiera
     Non son stracci e cimosa;
Cencio di pochi palmi è una bandiera,
     16Ma vuol dir qualche cosa.

O le liste da chi furono empiute
     E da chi consigliate?
Voi ci diceste: non le abbiam vedute;
     20E pur lo sapevate!

Confessatelo, via, siate leali,
     Poichè non siete scaltri
Voi pascete di fumo i liberali
     24E d’arrosto.... quegli altri.

Ma v’è chi dice — Ecco, Bisanzio ancora
     Con le ciarle si regge
Dei cento legulei della malora
     28Che gli falsan la legge.

Lasciamoli cianciar del più e del meno,
     Lasciamoli garrire;
Noi guardiamo più in alto, ad un sereno,
     32Ad un santo avvenire.

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Noi guardiamo più in alto e questa bassa
     Miseria non ci tange,
Con ben altra eloquenza il cor ci passa
     36La voce di chi piange!

Ma quando il pianto cesserà e verranno
     Ben altre feste, allora
Quelle coltri lassù riscalderanno
     40Il letto a chi lavora. —