Rime di Argia Sbolenfi/Libro primo/Risurrezione

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RISURREZIONE1



Suonate, campane, la Pasqua giuliva,
        Prendete o fanciulli in mano la piva,
        3Fedeli soldati sparate il cannon!
                Risorto è il giornale che dianzi moria,
        Risorto è Pierino, risorta è l’Argia,
        6La vergin che disse la casta canzon!

Pudiche fanciulle, dal pianto cessate,
        La danza del ventre pel gaudio danzate,
        9La vostra Sbolenfi tra i vivi è tuttor.
                E vergine sempre, ritorna fra voi
        Tirando più forte d’un paio di buoi
        12Il carro funesto del proprio dolor.

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Deh, come, o fanciulle, deh come piangeste
        E tristi nel letto solingo diceste
        15«La nostra Sbolenfi perchè non è qui?»
                Ma mentre la bella defunta pareva,
        La morte che in pugno già stretta l’aveva,
        18Dischiuse le dita e quella fuggì.

Ed or che il mio canto più dolce rinacque,
        All’opra interrotta che tanto vi piacque,
        21Pudiche fanciulle, tornate con me.
                Destata dal sonno, col plettro rivengo,
        Lo scuoto, lo stringo, nel pugno lo tengo
        24E voglio provarvi che morto non è.

Note

  1. Rinasceva l’effemeride nella quale la Poetessa e Pietro, suo genitore, deponevano le loro secrezioni cerebellari.