Rime di Argia Sbolenfi/Libro primo/La mia ghirlanda poetica

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LA MIA GHIRLANDA POETICA1


Ad Enrico Zanettini

I.
Questa è la mia ghirlanda! Il lauro eterno
        Intrecciato co’ fior m’orna la fronte
        E così salgo il dilettoso monte
        4Che il Nume de’ poeti ha in suo governo.

Questa è la mia ghirlanda e state, o verno,
        O venti, o geli, non le arrecan onte.
        La bagnò l’onda del Castalio fonte,
        8Col raggio la baciò l’astro superno.

Eccola: a voi, poeti, a voi la mostro
        Olezzante di rose e di viole,
        11Pura qual neve che sull’alpe fiocca.

Eccola dei color di croco e d’ostro,
        Leggiadra come un fior che s’apre al sole:
        14Dio me l’ha data e guai a chi la tocca!

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II

Ma se tu, Zanettin, toccarla vuoi,
        L’Argia t’adora e non se ne lamenta
        E se magari ami fiutarla, il puoi,
        4Che tu ne sarai lieto ed io contenta.

Vieni Enrico ed ammira i color suoi:
        Prendi e sciupala pur se ti talenta,
        Poi che intatta la porgo agli occhi tuoi
        8E sguardo indagator non la sgomenta.

La conservai qual me la diede Iddio
        Pura nella favella e nei pensieri,
        11Sogno dei vati e de’ guerrier desìo;

Ma poichè mi son legge i tuoi voleri,
        Ad un solo tuo cenno, Enrico mio,
        14Te la dò tutta quanta e volentieri

Note

  1. Enrico Zanettini, domestico di S. E. Reverendissimo Mons. Vescovo di Fano, respinse indignato l’effemeride dove scriveva la poetessa, perchè infetta di massime eterodosse. La signorina Argia gli pose affetto e gli inviò una corona di cardi con questi sonetti.