88. M’apre talor madonna il suo celeste

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88. M’apre talor madonna il suo celeste
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88.


Dice che la pietà la quale egli vede ne gli occhi de la sua donna

non è vera pietà ma crudeltà, che prende quella sembianza

per ingannarlo.


M’apre talor madonna il suo celeste
     Riso fra perle e bei rubini ardenti,
     E l’orecchio inchinando a’ miei lamenti
     4Di vago affetto il ciglio adorna e veste;
Ma non avvien però ch’in lei si deste
     Alcun breve dolor de’ miei tormenti,
     Anzi la cetra e i miei non rozzi accenti,
     8E me disprezza e le mie voglie oneste.

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Né pietà vera ne’ begli occhi accoglie
     Ma crudeltà, ch’in tal sembianza or mostri,
     11Perché l’alma ingannata arda e consumi.
Specchi del cor, fallaci infidi lumi,
     Ben conosciamo in voi gl’inganni vostri;
     14Ma che pro, se schifarli Amor ci toglie?