442. Sotto l’aperto ciel, tra gigli e rose

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442. Sotto l’aperto ciel, tra gigli e rose
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442.


[Ad istanza del signor Curzio Ardizio.]


Sotto l’aperto ciel, tra gigli e rose
     E verdi erbette ed odorate piante,
     Notturno e cheto e solitario amante
     4La mia donna attendea com’ella impose:
Quando passò ma come, o desïose
     Luci, non conosceste il bel sembiante?
     E tu, vago mio sguardo? oh chi davante
     8Pur quasi un velo al suo passar mi pose?
Passó madonna, e seco ogni mio bene
     E la fortuna mia passata è seco
     11Che in quel candido seno io preso avrei.
Oh! piú d’Amore e di Fortuna cieco
     Allora io fui, che or tardi e senza speme
     14Veggio il mio male e piango i dolor miei.