437. Per deserte spelonche e pellegrine

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437.


[Ad istanza del canonico Vincenzo Fantini]


Per deserte spelonche e pellegrine
     Piangean leggiadri amanti
     Lungi da le bellezze alme e divine
     Dove scherzar vedean le fere erranti: —
     5E che piglian, dicean, Dafne e Licori? —
     Eco rispondea — cori.
     — E chi ritien le cacciatrici accorte? —
     E’ replicava — corte.
     Corte sonar s’udian dentro e di fuori,
     10Quasi volesser dir — corte saranno
     Le nostre vite in cosí lungo affanno. —