Rime d'amore (Torquato Tasso)/367
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Torquato Tasso - Rime d’amore (XVI secolo)
367. Aminta, poi ch’a Filli non dispiacque
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367.
6.
Aminta, poi ch’a Filli non dispiacque
Del medesmo desir mostrarsi accesa
E ch’ella a questo sol già tanto attesa
4Ne le sue braccia alfin nuda si giacque,
A lei, che piú ch’alcun’altra gli piacque,
Dal soverchio piacer sentendo offesa
L’alma felice in sí bel laccio presa,
8Cosí languendo disse, e poi si tacque: —
Cogliete, anima mia, quest’alma ch’io
Vi spiro in braccio. Ahi, che mi giunge al core,
11Al core, ahi lasso, un venen dolce e rio!
Io ’l sento, ohimè: da queste labbra amore
Per troncar la radice al viver mio
14In dolcissimi baci il manda fôre. —