31. Amor, tu vedi, e non hai duolo o sdegno

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31. Amor, tu vedi, e non hai duolo o sdegno
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31.


Si lamenta con Amore che la sua donna abbia preso marito, e la prega

che non si sdegni d’esser amata e celebrata da lui.


Amor, tu vedi, e non hai duolo o sdegno,
     Ch’al giogo altrui madonna il collo inchina:
     Anzi ogni tua ragion da te si cede.
     Altri ha pur fatto, oimé, quasi rapina
     5Del mio dolce tesoro; or qual può degno
     Premio agguagliar la mia costante fede?

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     Qual piú sperar ne lice ampia mercede
     De la tua ingiusta man, s’in un sol punto
     Hai le ricchezze tue diffuse e sparte?
     10Anzi pur chiuse in parte
     Ove un sol gode ogni tuo ben congiunto.
     Ben folle è chi non parte
     Omai lunge da te, che tu non puoi
     Pascer se non di furto i servi tuoi.
15Ecco già dal tuo regno il piè rivolgo,
     Regno crudo e ’nfelice: ecco io già lasso
     Qui le ceneri sparte e ’l foco spento.
     Ma tu mi segui e mi raggiungi, ahi lasso!;
     Mentre del mal sofferto in van mi dolgo,
     20Ch’ogni corso al tuo volo è pigro e lento.
     Già via piú calde in sen le fiamme i’ sento
     E via piú gravi a’ piè lacci e ritegni;
     E come a servo fuggitivo e ’ngrato,
     Qui, sotto al manco lato,
     25D’ardenti note il cor m’imprimi e ’l segni
     Del nome a forza amato;
     E perch’arroge al duol ch’è in me sí forte
     Formi al pensier ciò che piú noia apporte.

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Ch’io scorgo in riva al Po Letizia e Pace
     30Scherzar con Imeneo, che ’n dolce suono
     Chiama la turba a’ suoi diletti intesa.
     Liete danze vegg’io, che per me sono
     Funebri pompe, ed una istessa face
     Ne l’altrui nozze e nel mio rogo accesa;
     35E, come Aurora in oriente ascesa,
     Donna apparir, che vergognosa in atto
     I rai de’ suoi begli occhi a sé raccoglia,
     E ch’altri un bacio toglia
     Pegno gentil del suo bel viso intatto,
     40E i primi fior ne coglia,
     Que’ che già cinti d’amorose spine
     Crebber vermigli infra le molli brine.
Tu ch’a que’ fiori, Amor, d’intorno voli
     Qual ape industre e ’n lor ti pasci e cibi
     45E ne sei cosí vago e cosí parco,
     Deh, come puoi soffrir ch’altri delibi
     Umor sí dolce e ’l caro mèl t’involi?
     Non hai tu da ferir saette ed arco?
     Ben fosti pronto in saettarmi al varco

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     50Allor che per vaghezza incauto venni
     Là ’ve spirar tra le purpuree rose
     Sentii l’aure amorose;
     E ben piaghe da te gravi io sostenni,
     Ch’aperte e sanguinose
     55Ancor dimostro a chi le stagni e chiuda;
     Ma trovo chi l’inaspra ognor piú cruda.
Lasso! il pensier ciò che dispiace e duole
     A l’alma inferma or di ritrar fa prova
     E piú s’interna in tante acerbe pene.
     60Ecco la bella donna, in cui sol trova
     Sostegno il core, or, come vite suole
     Che per sé stessa caggia, altrui s’attiene:
     Qual edera negletta or la mia spene
     Giacer vedrassi, s’egli pur non lice
     65Che s’appoggi a colei ch’un tronco abbraccia.
     Ma tu, ne le cui braccia
     Cresce vite sí bella, arbor felice,
     Poggia pur, né ti spiaccia
     Ch’augel canoro intorno a’ vostri rami,
     70L’ombra sol goda e piú non speri o brami.

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Né la mia donna, perché scaldi il petto
     Di nuovo amore, il nodo antico sprezzi,
     Che di vedermi al cor già non rincrebbe:
     Od essa che l’avvinse essa lo spezzi;
     75Però ch’omai disciorlo, in guisa è stretto,
     Né la man stessa che l’ordío potrebbe.
     E se pur, come volle, occulto crebbe
     Il suo bel nome entro i miei versi accolto
     Quasi in fertil terreno arbor gentile,
     80Or seguirò mio stile,
     Se non disdegna esser cantato e cólto
     Da la mia penna umíle;
     E d’Apollo ogni dono in me fia sparso
     S’Amor de le sue grazie a me fu scarso.
85Canzon, sí l’alma è ne’ tormenti avvezza,
     Che, se ciò si concede, ella confida
     Paga restar ne le miserie estreme.
     Ma se di questa speme

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     Avvien che ’l debil filo alcun recida,
     90Deh, tronchi un colpo insieme,
     Ch’io ’l bramo e ’l chiedo, al viver mio lo stame
     E l’amoroso mio duro legame.