229. Lasso, com’è ch’al terso avorio e bianco

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229. Lasso, com’è ch’al terso avorio e bianco
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229.


Lasso, com’è ch’al terso avorio e bianco
     Di quella man, cui par non trova Amore,
     Ferro, che dovea cedere in poche ore,
     4Regga sí lungamente ardito e franco?
Ed io, ch’avea via piú indurato il fianco
     Per mille assalti e via piú freddo il core,
     Al primo lampeggiar del suo splendore
     8Rotto ne porto e guasto il lato manco.
Forse, sí come il folgore men degna
     Di mostrar quanto puote in umil tetto
     11Ma l’alte torri impetuoso spezza,
Cosí la man piú ch’altra bella e degna
     Quasi debil nemico il ferro sprezza
     14E sol prova sua forza nel mio petto.