210. Ardeano i tetti, e ’l fumo e le faville

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210. Ardeano i tetti, e ’l fumo e le faville
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210.


I.

Descrive come andando per vedere un incendio notturno

s’accendesse d’amoroso fuoco.


Ardeano i tetti, e ’l fumo e le faville
     Rote faceano e tenebrosi giri,
     E ’ntanto io spargea fuor caldi sospiri
     4Al ribombar de le sonore squille;
Quando sembianze placide e tranquille
     L’alto incendio destâr de’ miei desiri;
     Ed or dovunque gli occhi o ’l piede io giri
     8Miro i bei raggi sparsi a mille a mille.

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Cosí presagio d’amoroso ardore
     Fu quel notturno foco e la mia fiamma,
     11Già mancando l’altrui, s’accese e crebbe;
Né d’avvampar né di pregar m’increbbe
     Sí piace il modo onde un sol petto infiamma
     14Con tante faci e con nova arte Amore.