130. L’incendio, onde tai raggi uscîr già fôre

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130. L’incendio, onde tai raggi uscîr già fôre
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130.


Si duole ch’avendo voluto estinguere un amore n’abbia acceso un altro

senza spegnere il primo.


L’incendio, onde tai raggi uscîr già fôre,
     Rinchiuso è ben ma in nulla parte spento,
     E per nova beltà ne l’alma sento
     4Svegliarsi un novo inusitato ardore.
Serve indiviso a due tiranni il core,
     A’ vari oggetti è un pensier fermo e intento
     E per doppia cagion doppio è ’l tormento:
     8Chi mai tai meraviglie udío d’Amore?

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Lasso! e stolto già fui quando conversi
     Incontra ’l ciel l’armi di sdegno, e volsi
     11Trionfar di colui che sempre vinse;
Ché, s’allora un sol giogo io non soffersi,
     Or due ne porto, e s’un lacciuolo i’ sciolsi
     14Quegli ordío novo nodo e ’l vecchio ei strinse.