114. Sdegno, debil guerrier, campione audace

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114. Sdegno, debil guerrier, campione audace
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114.


Parla col suo Sdegno confortandolo che si renda ad Amore.


Sdegno, debil guerrier, campione audace,
     Tu me sotto arme rintuzzate e frali
     Conduci in campo, ov’è d’orati strali
     4Armato Amore e di celeste face.
Già si spezza il tuo ferro e già si sface
     Qual vetro o gelo al ventilar de l’ali:
     Che fia s’attendi il foco e l’immortali
     8Saette? ah troppo incauto, ah chiedi pace!

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Grido io mercé, tendo la man che langue,
     Chino il ginocchio e porgo inerme il seno:
     11Se pugna ei vuol, pugni per me pietade.
Ella palma n’acquisti o morte almeno,
     Ché, se stilla di pianto al sen gli cade
     14Fia vittoria il morir, trïonfo il sangue.