108. Non piú crespo oro o d’ambra tersa e pura

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108. Non piú crespo oro o d’ambra tersa e pura
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108.


Mostra d’accorgersi del suo inganno e di manifestarlo.


Non piú crespo oro o d’ambra tersa e pura
     Stimo le chiome che ’l mio laccio ordiro,
     E nel volto e nel seno altro non miro
     4Ch’ombra de la beltà che poco dura:
Fredda la fiamma è già, sua luce oscura,
     Senza grazia de gli occhi il vago giro:
     Deh, come i miei pensier tanto invaghiro,
     8Lasso, e chi la ragione o sforza o fura?

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Fero inganno d’Amor, l’inganno ornai
     Tessendo in rime sí leggiadri fregi
     11A la crudel ch’indi piú bella apparve.
Ecco, i’ rimovo le mentite larve:
     Or ne le proprie tue sembianze omai
     14Ti veggia il mondo e ti contempli e pregi!