Rime (Vittoria Colonna)/Sonetto LXIII
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Sonetto LXIII
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SONETTO LXIII
S
pirto gentil, del cui gran nome, altero Se ’n va il Leon, c’ha in mar l’una superba
Man, l’altra in terra, e sol tra noi riserba
L’antica libertate, e ’l giusto impero. 4
Per chiara scorta, anzi per lume vero
De’ nostri incerti passi il Ciel vi serba,
E nell’età matura, e nell’acerba
V’ha mostro della gloria il ver sentiero. 8
Al par di Sorga, con le ricche sponde
Di lucidi smeraldi in letto d’oro,
Veggio correr di latte il bel Metauro. 11
Fortunata colei, cui tal lavoro
Rende immortal, ch’all’alme eterne fronde
Non avrà invidia del ben colto lauro. 14