Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto XXII
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Sonetto XXII
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SONETTO XXII
F
elice giorno a noi festo e giocondo, Quando offerse il Signor del sacro e puro
Corpo nudrirne, e render l’uom sicuro
Di star sempre con lui nel cieco mondo: 4
E che per tal virtù leggiero il pondo
Fora de’ nostri mali, e ’l popol duro
Quel divino parlar velato oscuro
Intese mal col cor empio ed immondo! 8
Onde sol maraviglia, e grande orrore
Diede al superbo quell’alta mercede,
Di dar per nostro cibo a noi se stesso. 11
E solo a quei, che l’odio con l’amore
Avean vinto, e la legge con la fede,
Il dono, che dà vita, al cor fu impresso. 14