Rime (Vittorelli)/Sonetti/Sonetto 3
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Iacopo Vittorelli - Rime (1806)
Per Monaca.
◄ | Sonetti - Sonetto 2 | Sonetti - Sonetto 4 | ► |
Per Monaca.
Sonetto composto in nome di un Genitore, a cui era morta poco innanzi una figlia appena maritata; e diretto al Genitore della sacra Sposa.
Di due vaghe donzelle, oneste, accorte
Lieti e miseri padri il ciel ne feo,
Il ciel, che degne di più nobil sorte
L’una e l’altra veggendo, ambe chiedeo.
La mia fu tolta da veloce morte
A le fumanti tede d’imeneo:
La tua, Francesco, in suggellate porte
Eterna prigioniera or si rendeo.
Ma tu almeno potrai da la gelosa
Irremeabil soglia, ove s’asconde,
La sua tenera udir voce pietosa.
Io verso un fiume d’amarissim’onde,
Corro a quel marmo, in cui la figlia or posa,
Batto, e ribatto, ma nessun risponde.