Rime (Stampa)/Rime varie/CCLXIII
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CCLXIII
A Giovan Iacopo Bonetto.
Dotto, saggio, gentil, chiaro Bonetto,
la cui bontá il bel nome ancor pareggia,
e l’alta cortesia, che signoreggia
il nobil cor, ch’a ogniun vi rende accetto,
saper bramo io dal vostro almo intelletto,
che le cose segrete in Dio vagheggia,
quale è piú, il danno o l’util che si veggia
il mondo trar da l’amoroso affetto.
Ditemi ancor perché fu Amor dipinto
giá dagli antichi, e da’ moderni ancora
si pinge faretrato, ignudo e cieco.
Questo dubbio da voi mi sia distinto,
che nel mio cor gran tempo giá dimora,
mercé de l’ignoranzia ch’è ognor meco.