Rime (Stampa)/Rime varie/CCCVI
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CCCVI
Sullo stesso argomento.
Signor, che doni il paradiso e tolli,
doni e tolli a la molta e poca fede
(per opre no, ch’a sí larga mercede
sono i nostri operar deboli e folli),
da’ tuoi alti, celesti e sacri colli,
ov’è ’l soggiorno tuo proprio e la sede,
china gli occhi al mio cor, che mercé chiede
del suo fallir co’ miei umidi e molli.
E, perché suol la tua grazia sovente
abuondare, ove il fallo è via maggiore,
per mostrar la tua gloria maggiormente,
nel petto mio, ricetto d’ogni errore,
entra col foco tuo vivo ed ardente,
e, spento ogn’altro, accendivi il tu’ amore.