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Rime d'amore

XXXV

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XXXV

Recandosi a soggiornare nei luoghi dov’egli è nato.

     Accogliete benigni, o colle, o fiume,
albergo de le Grazie alme e d’Amore,
quella ch’arde del vostro alto signore,
e vive sol de’ raggi del suo lume;
     e, se fate ch’amando si consume
men aspramente il mio infiammato core,
pregherò che vi sieno amiche l’ôre,
ogni ninfa silvestre ed ogni nume,
     e lascerò scolpita in qualche scorza
la memoria di tanta cortesia,
quando di lasciar voi mi sará forza.
     Ma, lassa, io sento che la fiamma mia,
che devrebbe scemar, piú si rinforza,
e piú ch’altrove qui s’ama e disia.