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Rime d'amore

XXV

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Vuol liberarsi da lui, e poi disvuole.

     — Trâmi — dico ad Amor talora — omai
fuor de le man di questo crudo ed empio,
che vive del mio danno e del mio scempio,
per chi arsi ed ardo ancor, canto e cantai.
     Poi che con tanti miei tormenti e guai
sua fiera voglia ancor non pago od empio,
o di Diana avaro e crudo tempio,
quando del sangue mio sazio sarai? —
     Poi torno a me, e del mio dir mi pento:
sí l’ira, il rimembrar pur lui, mi smorza,
che de’ miei non vorrei meno un tormento.
     Con sí nov’arte e con sí nova forza
la bellezza ch’io amo, e ch’io pavento,
ogni senso m’intrica, offusca e sforza.