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Rime d'amore

XVII

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XVII

«Io non v’invidio punto, angeli santi...».

     Io non v’invidio punto, angeli santi,
le vostre tante glorie e tanti beni,
e que’ disir di ciò che braman pieni,
stando voi sempre a l’alto Sire avanti;
     perché i diletti miei son tali e tanti,
che non posson capire in cor terreni,
mentr’ho davanti i lumi almi e sereni,
di cui conven che sempre scriva e canti.
     E come in ciel gran refrigerio e vita
dal volto Suo solete voi fruire,
tal io qua giú da la beltá infinita.
     In questo sol vincete il mio gioire,
che la vostra è eterna e stabilita,
e la mia gloria può tosto finire.