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Rime d'amore

CXVII

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CXVII

Sullo stesso argomento.

     A che vergar, signor, carte ed inchiostro
in lodar me, se non ho cosa degna,
onde tant’alto onor mi si convegna;
e, se ho pur niente, è tutto vostro?
     Entro i begli occhi, entro l’avorio e l’ostro,
ove Amor tien sua gloriosa insegna,
ove per me trionfa e per voi regna,
quanto scrivo e ragiono mi fu mostro.
     Perché ciò che s’onora e ’n me si prezza,
anzi s’io vivo e spiro, è vostro il vanto,
a voi convien, non a la mia bassezza.
     Ma voi cercate con sí dolce canto,
lassa, oltra quel che fa vostra bellezza,
d’accrescermi piú foco e maggior pianto.