Rime (Michelangelo)/252. Perch'è troppo molesta
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Michelangelo Buonarroti - Rime (XVI secolo)
252. Perch'è troppo molesta
◄ | 251. Nel dolce d'una immensa cortesia | 253. S'i' fussi stato ne' prim'anni accorto | ► |
Perch’è troppo molesta,
ancor che dolce sia,
quella mercé che l’alma legar suole,
mie libertà di questa
vostr’alta cortesia5
più che d’un furto si lamenta e duole.
E com’occhio nel sole
disgrega suo virtù ch’esser dovrebbe
di maggior luce, s’a veder ne sprona,
così ’l desir non vuole10
zoppa la grazia in me, che da vo’ crebbe.
Ché ’l poco al troppo spesso s’abbandona,
né questo a quel perdona:
c’amor vuol sol gli amici, onde son rari
di fortuna e virtù simili e pari.15