Rime (Guittone d'Arezzo)/O donne mie, leale e buono amore
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Ahi, che grave dannaggio e che noioso | O voi, giovane donne, o misagiate | ► |
151
Come udir celebrare la purezza delle donne lo rallegra, cosí l’addolora
vederle ingannate e disonorate.
O donne mie, leale e buono amore,
ch’eo port’a vostr’onore,
sovente porgeme gioi e gramezza.
Gioi, quand’aldo orrar vostro valore,
5che defenda bellore
d’onni macula d’onta e di laidezza;
ché intanto che donna incrina il core
a carnale fallore,
for di lei va pregio, e ven laida bellezza.
10E gramezza, sentendo el disinore
d’alcuna, che follore
segua tanto, che d’om aggia contezza.
O come siete, o donne mie, ’ngannate,
credend’esser amate
15e pensando no altri ed senta giae!
Oh, che non sete lae,
o’ scroven vostri amanti onne vertate;
ché ciascun de la sua gabbo se fae.
Und’è chi per lor sae,
20u chi per presenzion, quant’operate;
sí che, quando pensate
nol saccia nullo, ogn’om lo parlerae.