Rime (Dino Frescobaldi)/Per gir verso la spera, la finice

Per gir verso la spera, la finice

../Voi che piangete nello stato amaro ../Morte avversara, poi ch'io son contento IncludiIntestazione 26 febbraio 2008 75% poesie

Dino Frescobaldi - Rime (XIII secolo)
Per gir verso la spera, la finice
Voi che piangete nello stato amaro Morte avversara, poi ch'io son contento


 
Per gir verso la spera, la finice
si scalda sì, che poi accende fiamma
in loco ov’ella infiamma,
sì che Natura vince vita allora.
5Così per ver, ché ’l meo pensier lo dice,
mi mena Amor verso sì fatta fiamma,
che ’l cor già se ne ’nfiamma,
tanto che Morte lui prende e colora
de lo su’ frutt’ altero ch’innamora.
10Tant’ è cocente, che chi ’l sente chiaro
trova radice d’ogne stato amaro.
Egli ’l mi par sentir già nella mente
venuto per vertù d’est’ ugelletta,
la quale uom non alletta
15né altro, fuor ch’Amor, che·llei ’ntenda.
Ferr’ ha spicciato sì, possibilmente,
che, dentro stando, tempera saetta,
onde poi insaetta
le mie vertù, sì che ’l martìr m’aprenda.
20Ed io, che temo nel finir m’offenda,
chero Pietate al cui richiamo i’ sono,
ed a costei nel mi’ finir perdono.
Di ciò che la mia vita è nimistate,
lo su’ bello sdegnar qual vuol la mira,
25priegol, poi che mi tira
in su la morte, che mi renda pace:
ché mi mostra un pensier molte fïate,
il qual d’ogni altro più di dolor gira,
com’ io le sono in ira,
30sì che tremando pianger me ne face.
Lo spirito d’amor che nel cor giace,
per cunfortarmi mi dice: «Tu déi
amar la morte per piacer di lei».
Allor ch’i’ odo che per su’ diletto
35e’ mi convien provar quel falso punto
ov’ i’ son quasi giunto,
sì che mi mostra un doloroso affanno,
dico che mosse fuor del su’ ’ntelletto
l’ardente lancia che m’ha così punto
40dritto nel fianco appunto
ed in quel loco ove’ sospiri stanno;
li quali sbigottiti or se ne vanno
davanti a quella per merzé di cui,
poi ch’io la vidi, innamorato fui.
45Deh, canzonetta, i’ vo’ che tu celata
tenghi costei con le parole c’hai,
ovunque tu girai:
perché mi par ch’a torto faccia offesa,
non vo’ che tua cagion ne sia ripresa.