Rime (Bembo)/A quai sembianze Amor Madonna
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LXXIII.
A quai sembianze Amor Madonna agguaglia,
dirò senza mentire;
pur ch’altri non s’adire,
o ‘n mercede appo lei questo mi vaglia.
Un sasso è forte sì, che non s’intaglia;5
altro per sua natura
empie, e giamai non sazia, occhio che ‘l miri.
Così contenti lascia i miei desiri,
sazj non già, di quella petra dura,
che d’ogni oltraggio uman vive secura,10
la dolce vista angelica beatrice,
de la mia vita e d’ogni ben radice.
Là dove ‘l sol più tardo a noi s’adombra,
un vento si diparte,
lo qual in ogni parte15
i boschi al suo spirar di fronde ingombra,
che la fredda stagion dai rami sgombra.
Così de lo mio core,
ch’è selva di pensieri ombrosa e folta,
quand’ogni pace, ogni dolcezza è tolta,20
però che sempre non consente Amore,
ch’un uom per ben servir mieta dolore,
del suo dolce parlar lo spirto e l’aura
subitamente ogni mio mal restaura.
Nasce bella sovente in ciascun loco25
una pianta gentile,
che per antico stile
sempre si volge inver l’eterno foco.
Or poi che mia ventura a poco a poco
tanto inanzi mi chiama,30
farò quasi fanciul, che teme e vòle:
come quel verde si rivolge al sole
e lui sol cerca e riverisce et ama,
s’io potessi adimpir antica brama,
similemente et io sempre amaria35
l’alto splendor, la dolce fiamma mia.